Lo sappiamo, ce ne rendiamo conto e ci viene ripetuto ogni giorno, il turismo è stato penalizzato in maniera davvero drammatica dall’epidemia di Covid-19.
Hotel chiusi, b&b senza prenotazioni, luoghi di villeggiatura deserti, fiumi di disdette.
Dobbiamo prenderne atto, rassegnarci a quello che è stato, ma anche prepararci a quello che verrà.
Com’è naturale e giusto che sia, le strutture si stanno attrezzando per essere pronte ad ospitare in sicurezza i turisti che, seppur probabilmente in numero minore, si muoveranno per andare in vacanza nei prossimi mesi.
Ma se queste sono attività di tipo logistico che stanno impegnando i proprietari delle strutture ricettive, anche chi si occupa di comunicazione in questo ambito ha il compito e l’opportunità di essere attivo per dare supporto alla ripartenza.
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Chi lavora in ambito turistico, sono anni che quotidianamente impara a conoscere i propri clienti, s’impegna per accontentarli, per coccolarli, per fidelizzarli.
C’è chi ha partito con il piede giusto – magari perché agli inizi dell’attività – e ha fatto uno studio specifico delle buyer personas per avere uno strumento strategico da utilizzare per ottenere le prime prenotazioni e i primi clienti.
Chi ha voluto fare un approfondimento del proprio target quando era già in corsa, così da ottimizzare le proprie attività di marketing e comunicazione, e ha affinato ciò che già conosceva con un’analisi sulle buyer personas, ossia quei clienti non ancora acquisiti.
Oggi, per chi sta iniziando e per chi è già in attività da anni, si pone una nuova sfida, ma anche una nuova opportunità legata allo stravolgimento che il Coronavirus ha portato nel mondo del turismo e dell’hospitality.
Le buyer personas sono uno strumento che può fare la differenza in questo momento, perché consentono di rivelare degli insight determinanti per formulare nuove proposte di valore e per comunicarle al meglio.
I grandi stravolgimenti portano inevitabili cambiamenti nei pensieri, nei comportamenti, nelle scelte delle persone, e quindi dei nostri clienti e potenziali.
Oggi l’idea di vacanza ha due facce:
Ebbene, queste nuove sensazioni si tramutano in ricerche online, in nuove keywords, in interessi inediti legati a tutto ciò che gravita attorno al Coronavirus e alla fine del lock down.
Questo significa identificare nuovi topics e relative chiavi di ricerca da presidiare per posizionarsi in quelle prime posizioni della SERP dove prima, magari, non riuscivamo ad essere.
Significa comprendere ciò che le persone vogliono sapere – ora – per fare le proprie scelte relativamente ad una struttura ricettiva, quindi sviluppare un piano editoriale incentrato su nuove necessità, nuovi problemi, nuovi desideri, ma anche aspettative differenti dal passato e criteri di decisione che si basano su fattori che possono non avere più molto a che fare con quelli di qualche mese fa.
Studiare le buyer personas in questo momento permette di avere quelle informazioni preziose che ci consentono di puntare tutto sulle nuove esigenze delle persone.
Aggiornare le buyer personas è una necessità perché nel turismo, così come in tanti altri ambiti, molto è cambiato per quanto riguarda il sentiment della gente.
Ciò che sapevamo prima dei clienti, tutto ciò che era certezza perché dettato dall’esperienza, oggi ha meno valore perché entrano in campo altre priorità.
Il 2020 ha aperto un nuovo mercato del turismo che va scoperto, conosciuto e assecondato per affrontare il futuro e la convivenza con il Covid-19.
Tutto quello che le buyer personas ci diranno da ora in poi, dovremo utilizzarlo per sviluppare una nuova proposta di valore e per comunicarla con contenuti mirati, interessanti e utili per il turista di oggi, che inevitabilmente non è più quello di un tempo.
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